LE TAPPE DELLA NASCITA DELL’UNIONE EUROPEA
L’idea di Europa unita sorge al termine del secondo conflitto mondiale, in un contesto particolare, in cui da un parte vi era la necessità della ricostruzione, dall’altra la volontà di evitare il ripetersi degli orrori della guerra.
Il Piano Marshall.
In questo contesto storico, prende avvio il c.d. Piano Marshall, un programma di aiuti provenienti dagli Stati Uniti, finalizzati alla ricostruzione degli Stati Europei e contenente una clausola per cui gli incentivi inviati dovevano essere gestiti in modo coordinato e organizzato da parte di tutti i Paesi destinatari.
Per questo motivo nasce l’OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
La dichiarazione Schuman.
Il 9 maggio 1950 l’allora ministro degli esteri francese Robert Schuman propone di mettere la produzione di carbone e acciaio delle miniere francesi e tedesche sotto un’autorità comune, in una organizzazione alla quale potessero aderire altri paesi.
Sulla base della dichiarazione Schuman, sei paesi, Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Repubblica Federale Tedesca, firmano nell’aprile del 1951 il Trattato di Parigi, dando vita alla CECA – Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio.
Da qui furono gettate le basi per l’Europa comunitaria.
Questa esperienza era del tutto nuova: si trattava di cedere un pezzo di sovranità dello stato (nel settore carbo-siderurgico) in favore di un organismo altro rispetto ai singoli Stati membri; la Ceca era dunque una struttura sovranazionale.
La conferenza di Messina e l’integrazione “orizzontale”.
Il 1°giugno del 1955, in occasione della Conferenza di Messina, i ministri degli esteri dei paesi membri della Ceca si riunirono per discutere del processo di integrazione europea nei settori del mercato comune e dell’energia nucleare.
A Messina fu abbandonata l’integrazione per settori, in vista della c.d. integrazione orizzontale, cioè la creazione di un mercato comune con libera circolazione di lavoro, capitali, merci e servizi.
La CEE.
IL 1°gennaio del 1958 entrarono in vigore i trattati istitutivi della CEE – Comunità Economica Europea e dell’EURATOM – Comunità europea per l’energia atomica, i quali gettarono le basi per la creazione di una unione doganale, con una tariffa doganale comune nei confronti dei paesi terzi.
L’obiettivo era la creazione di una unione economica, cioè uno spazio all’interno del quale fosse assicurata la libera circolazione di lavoro, capitali, merci e servizi, con politiche economiche comuni.
Gli anni ’60.
Il decennio che segue (anni ’60) vede un periodo di arresto del processo di integrazione: il timore di misure non gradite portò la Francia ad assentarsi dai lavori della Comunità (si parlò di “politica della sedia vuota”) paralizzandone l’attività, fino al 1966 quando con il Compromesso di Lussemburgo si stabilì che laddove dovessero essere prese decisioni riguardanti interessi vitali di uno o più paesi, le relative decisioni sarebbero state adottate all’unanimità, con diritto di veto ad ogni paese membro.
Unione doganale e accordo di Schengen.
Nel 1968 viene istituita l’unione doganale: tutti i dazi sulle importazioni tra i sei paesi membri sono aboliti e si introduce una tariffa doganale comune nei confronti dei paesi terzi.
Ma è nel 1985 che con l’accordo di Schengen viene introdotta la libera circolazione grazie all’abolizione dei controlli alle frontiere del c.d. spazio Schengen.
Si tratta di un grande passo avanti verso il processo di integrazione europea.
Intanto, nel 1973 nuovi membri entrano a far parte della Comunità: Regno Unito, Irlanda e Danimarca; nel 1981 entrerà a far parte della Comunità la Grecia, e nel 1986 sarà la volta di Spagna e Portogallo (arrivando così a 12 membri).
Atto unico europeo.
Nel 1986 viene firmato l’Atto Unico Europeo che definisce la tabella di marcia che dovrà portare al completamento del mercato unico entro il 1° gennaio 1993.
Vengono fissati obiettivi e scadenze, e si dà il via ad un’intensa attività : occorre armonizzare le varie legislazioni degli stati membri, eliminare ogni possibile ostacolo al processo di integrazione.
Il trattato di Maastricht.
E’ il 1992 quando a Maastricht viene firmato il Trattato che trasforma la Comunità Economica Europea in Unione Europea.
Con il trattato di Maastricht viene infatti istituita l’Unione Europea, un’organizzazione che ingloba CEE, CECA ed EURATOM, ed inoltre prende l’avvio una cooperazione in settori non soltanto economici.
L’UE è organizzata secondo tre pilastri:
– Il primo pilastro è costituito dalla CE (CEE, CECA ed EURATOM): il mercato comune europeo e l’unione economica e monetaria, con politiche di tipo “comunitario” cioè gli stati membri rinunciano alla propria sovranità in favore delle istituzioni europee (come accade negli organismi sovranazionali).
– il secondo pilastro è costituito dalla PESC, politica estera e sicurezza comune, con una collaborazione di tipo “intergovernativo”, dove sono gli stati membri a prendere le decisioni (come è tipico degli organismi internazionali);
– il terzo pilastro è costituito infine dalla GAI, giustizia e affari interni (anche questo terzo settore improntato su una collaborazione di tipo “intergovernativo”.
Il Trattato di Amsterdam e di Nizza.
Nel 1997 viene firmato il Trattato di Amsterdam con il quale quasi tutti i settori che rientravano nel terzo pilastro vengono trasferiti nel primo, così quelle materie affrontate con metodo intergovernativo sono state “comunitarizzate”; successivamente nel 2001 con il Trattato di Nizza vengono ridefinite le istituzioni dell’Unione (si tratta per di più di modifiche tecniche).
Moneta unica: l’Euro.
Una data storica è senza dubbio il 1°gennaio 2002, quando scompaiono le valute nazionali, ed iniziano a circolare banconote e monete in Euro.
Il trattato di Lisbona.
Nel 2009 entra in vigore il Trattato di Lisbona: l’Unione Europea sostituisce e succede alla Comunità.
Con questa nuova tappa vengono chiaramente ripartite le competenze tra Unione e Stati membri, con un preciso richiamo ai diritti fondamentali dell’uomo che l’Unione si impegna a garantire e rispettare; la Carta dei diritti dell’Unione Europea diviene un documento vincolante per le istituzioni; vengono modificate le attribuzioni degli organi e delle procedure decisionali ed è introdotta la possibilità di recedere dall’Unione.
Sovranazionale o internazionale?
Le tappe che hanno portato all’Unione Europea hanno visto un lento e non semplice processo di trasformazione da organismo internazionale ad entità sovranazionale.
Ma qual è la differenza?
Un organismo internazionale è rappresentato dall’unione di più Stati al fine di cooperare in vista di interessi comuni; un organismo sovranazionale invece è l’unione di Stati che acconsentono ad una limitazione della propria sovranità in favore di organi sovranazionali che emanano provvedimenti di carattere generale.
L’Unione Europea rappresenta senza dubbio un organismo sovranazionale.