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Streaming e Film in Streaming: Legale o Illegale?

Cosa significa Streaming?

Il termine streaming, nel campo delle telecomunicazioni, rappresenta un flusso di dati audio/video trasmessi tramite una rete telematica da una sorgente a una o più destinazioni dove tali dati vengono poi riprodotti. Dunque tramite lo streaming è possibile sia visionare contenuti audio/video compressi e memorizzati sui server come file, sia visionare eventi in diretta ovvero “live”.

In pratica guardiamo qualcosa in streaming ogni volta che ascoltiamo la musica online oppure quando guardiamo un video su youtube o una partita di calcio in diretta; tuttavia si sente spesso dire che lo streaming è illegale.

Lo streaming ha apportato diversi cambiamenti sia nello stile di vita delle persone, sia in alcuni business, come quello cinematografico ad esempio, che hanno subito pesanti danni economici dal così detto “streaming illegale”.

Lo streaming è infatti dagli anni della sua nascita oggetto di dispute relative alla trasmissione di eventi sportivi o film protetti da copyright da parte di siti che non detengono i diritti. Le autorità giudiziarie sono costantemente sollecitate dalle case di produzione o dalle emittenti private a tutelare i loro diritti, ma a tutt’ oggi non vi è ancora una legislazione organica che disciplini il fenomeno.

streaming legale o illegale?

Lo Streaming è Illegale?

In linea generale lo streaming diventa illegale quando si trasmettono contenuti coperti dal diritto d’autore senza il permesso del proprietario.

E’ necessario però distinguere tra chi mette a disposizione del pubblico, in alcuni casi anche per scopo di lucro, un’opera protetta da copyright e chi invece la utilizza a scopo personale.

Le norme sul diritto d’autore in Italia sono contenute nella L. 633 del 1941, la quale, vista la data di emanazione, ha subito diverse modifiche soprattutto negli ultimi anni

La legge sul diritto d’autore nello specifico (art. 171-octies) sanziona penalmente, in primo luogo chi installa per uso pubblico o privato, apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato, effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica, sia digitale. La pena è la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 2.582 euro a 25.822. La norma si riferisce a quei siti che offrono la possibilità di vedere canali televisivi captando il segnale via cavo, via satellite o via etere e mettendolo a disposizione di tutti coloro che si collegano con quella determinata pagina.

Per quanto riguarda invece il gestore del sito internet che pubblicizza o mette a disposizione contenuti in streaming, l’art. 171-ter della legge sul diritto d’autore, prevede la reclusione da sei mesi a tre anno e con una multa da 2.582 a 15.493 euro conseguenti alla trasmissione o diffusione in pubblico di opere destinate al circuito televisivo o cinematografico.

Dunque è indubbio che chi allestisce un sito per la visione di film protetti è passibile di un procedimento penale.

La legge sul diritto d’ autore Italiana, nonostante l’attualizzazione che ha comportato pene adeguate per le due figure appena richiamate, presenta una lacuna nella qualificazione del comportamento di chi si collega con il sito e visualizza il filmato per un fine personale. Ciò comporta che chi si reca su un sito con contenuti illegittimamente riprodotti e avvia la visione dello streaming senza farne il download sul proprio PC e senza condividerlo, non è passibile di alcuna sanzione, neanche amministrativa, in quanto la fattispecie non è esplicitamente regolamentata da una norma di legge. Nel diritto penale sussiste infatti il c.d. divieto di analogia nell’applicazione di norme che regolano determinate fattispecie ad altre, che non sono espressamente indicate dalla norma medesima.

Non è possibile insomma interpretare la norma penale in senso estensivo e dunque oltre i confini del suo testo scritto.

Tuttavia il ricorso all’analogia non si rende necessario nel caso di chi naviga sui siti di streaming e non si limita a vedere il filmato, ma lo scarica sul proprio hard disk ovvero lo condivide in qualsiasi modo. Tale atto configura violazione della legge sul diritto d’autore, ex art. 174 ter, la quale prevede che chiunque abusivamente utilizza opere o materiali protetti è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria di euro 154 e il sequestro dell’opera.

In sintesi dunque trasmettere, scaricare e diffondere senza autorizzazione contenuti coperti dal diritto di autore o dal diritto di esclusiva costituisce ormai pacificamente un comportamento illecito e sanzionabile.

Cosa succede a chi guarda un film in streaming?

Mentre per chi si limita a guardare un film o una partita in streaming, sussiste una zona grigia del nostro ordinamento (come di quasi tutti gli ordinamenti dell’Unione Europea). Il legislatore su tale fattispecie non è riuscito infatti a stare al passo con i tempi né a dare adeguata risposta a tutti i problemi che l’era digitale porta con sé.

In generale c’è da dire che è stato fatto fin qui troppo poco, basti pensare che uno dei primi seri tentativi di repressione del fenomeno si è avuto in Italia nel vicino 2014, quando la Guardia di Finanza ha sequestrato 46 tra portali e domini internet che permettevano il download e lo streaming di contenuti protetti da diritto d’autore in cambio di donazioni e della disponibilità alla condivisione dei file da parte degli utenti. Il Giudice per le indagini preliminari di Roma ha disposto il sequestro con l’ipotesi di reato in violazione dell’art. 171 ter, comma 2bis, della legge 22 aprile 1941 n. 633 sul diritto d’autore, contestandone il fine di lucro, conseguito attraverso l’inserimento di banner pubblicitari e la richiesta di libere donazioni. Ma tale intervento è stato un caso isolato, senza contare che molti dei portali allora sequestrati sono tornati online in poco tempo.

streaming

C’è in definitiva da chiedersi, vista soprattutto l’estrema diffusione del fenomeno, se più che contrastare lo streaming illegale non bisogna cercare di “adattarsi” a livello commerciale e di conseguenza normativo, sfruttando i lati negativi dello streaming e arrendendosi all’ evidenza dei lati positivi. Infatti è un dato oggettivo che lo streaming per esempio dia opportunità come vedere/ascoltare i contenuti che interessano in qualsiasi momento con la chance di interrompere la proiezione del filmato esattamente quando si vuole, o più semplicemente di guardare un film senza dover pagare nulla, dato che i siti di streaming si mantengono generalmente grazie all’aiuto della pubblicità.

Tuttavia è anche da notare che soventemente la qualità audio/video dei prodotti forniti da questi siti non è il massimo: possono verificarsi blocchi durante il video, difetti audio/visivi, ecc.

E’ dunque da apprezzare e da prendere a spunto a mio parere l’opera di nuove realtà le quali nella perfetta legalità hanno investito sulla fornitura di servizi in streaming, inserendo contenuti di recentissima uscita, prevedendo costi irrisori per l’utente e puntando sull’operatività dei sistemi di qualità ed efficienza.

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